Batteria B3
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Caposaldo Tre Croci
Elenco schede:
Le fortificazioni in caverna del Vallo Alpino
Generalità

La Batteria B3 o 612ª Batteria G.a.F., costruita tra il 1938 e il 1939, è un'opera mista in calcestruzzo e caverna di tipo 200 situata alla quota di circa 2.400 m sul versante est delle Quattro Sorelle.
Il campo di tiro, che spaziava da est della Guglia di Mezzodì alla Guglia Rossa, permetteva di battere le provenienze dal Col des Acles e dal Colle della Scala.

Le pendici delle Quattro Sorelle con i malloppi della Batteria B3.
Foto Lorenzo Marcon - 13/08/1997
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Caratteristiche

L'opera, organizzata su due semi-batterie di tre pezzi ciascuna, è composta dai seguenti elementi[1]:

Una difficoltà notevole e non prevista incontrata durante l'esecuzione degli scavi é stata quella dipendente dal pessimo materiale che costituisce il contrafforte delle Tre Croci. Il terreno in cui sono state scavate le batterie B3 e B4 é un calcare magnesiaco del Trias e la relativa piccola profondità degli scavi ha portato come conseguenza che la roccia risultasse fessurata, frantumata ed intervallata da strati di materiali di trasporto e di decomposizione delle rocce stesse. Tale materiale si è dimostrato fortemente spingente ed ha imposto l'adozione di sezioni ovoidali con arco rovescio e spessori rilevanti per i rivestimenti.

Stato di conservazione

La Batteria B3, pur essendo passata in territorio francese a seguito dello spostamento del confine tra Italia e Francia sancito dal trattato di pace, ha subito la distruzione completa del malloppo del quinto pezzo[5].
Le riservette del terzo e del sesto pezzo presentano inoltre profonde lesioni nella volta dovute probablimente all'esplosione delle munizioni al loro interno[6].
Altre parti dell'opera risultano più o meno danneggiate dagli effetti indiretti delle esplosioni che hanno causato le distruzioni principali. In particolare si riscontrano lesioni nelle pareti del corridoio principale in prossimità della diramazione del pezzo P5 e danni da soffio di esplosione che interessano, con diversa entità, tutte le porte stagne delle diramazioni che fanno capo al corridoio stesso. Da un'analisi sommaria si può infatti notare che le porte più vicine al luogo dell'esplosione sono state completamente sventrate provocando il crollo pressoché totale del muro attorno ad esse, mentre quelle più distanti hanno subito conseguenze via via più lievi[7].

Principali rischi

Nell'arco di tempo che copre le nostre ricognizioni (1997-2008) non abbiamo riscontrato variazioni rilevanti nelle condizioni della batteria, tuttavia la disponibilità di mezzi di illuminazione più potenti e la possibilità di scattare un maggior numero di immagini con gli apparecchi digitali, hanno permesso di scoprire situazioni di pericolo sfuggite in precedenza, mettendo maggiormente in evidenza il fatto che la visita dei locali interni comporta un livello di rischio non trascurabile.

Ribadendo che chi entra nell'opera lo fa a proprio rischio e pericolo, forniamo di seguito un elenco non esaustivo delle principali situazioni critiche che abbiamo riscontrato:
  • buio pressoché assoluto all'interno;
  • fosse per i serbatoi di carburante prive di protezione;
  • possibilità di lancio di pietre attraverso i camini di aerazione, in particolare quello del Ricovero Personale;
  • assi sconnesse nel tavolato del Ricovero Personale;
  • possibilità di distacco di materiale dalle volte lesionate dalle esplosioni, in particolare nella riservetta munizioni del pezzo P3 e nella parte teminale dell'opera (dopo la diramazione del pezzo P5);
  • presenza di rottami metallici sul pavimento (cassette di munizioni arrugginite, spezzoni di porte, brandine contorte, ...);
  • angolari di rinforzo degli scalini sconnessi e piegati verso l'alto;
  • telai di porte piegati e sporgenti ad altezza d'uomo;
  • possibilità di battere il capo nei cunicoli di altezza ridotta (uscite di emergenza) o ingombri di materiale franato;
  • frane più o meno estese negli ingressi e nelle uscite di emergenza;
  • terreno instabile e in forte pendenza all'esterno del malloppo delle mitragliatrici (uscita di emergenza E2);
  • ecc...

[1] Le sigle di alcuni locali sono state assegnate arbitrariamente.
[2] L'installazione Tipo 4 è stata espressamente ideata dall'Arsenale Militare di Torino per le batterie B3 e B4 delle Tre Croci.
[3] Sulla planimetria originale le casematte dei pezzi sono denominate A1…A6. In questo lavoro si è preferito utilizzare le sigle P1…P6 che compaiono in altri documenti.
[4] Per le mitragliatrici è stata mantenuta la denominazione originale Af1-Af2 (Arma di fanteria 1-2).
[5] Si suppone che la demolizione della Batteria B3 sia avvenuta nel dopoguerra contestualmente con quella della Batteria B4 e che sia stata sospesa dopo la decisione di spostare il confine. Appare comunque strano che la demolizione sia iniziata dal malloppo P5.
[6] Se l'esplosione delle munizioni nella riservetta del pezzo P3 è più che evidente, sussiste qualche dubbio nel caso del pezzo P6, dove le lesioni nella riservetta potrebbero essere la conseguenza indiretta della distruzione del malloppo P5.
[7] Durante gli interventi di demolizione le porte venivano volutamente bloccate in posizione di chiusura per massimizzare l'effetto dello spostamento d'aria provocato dalle esplosioni.

Visita guidata

Ultimo aggiornamento: 08/12/2008 18:06:13